7° Stratagemma – Tagliare l’erba per svegliare i serpenti
Lo stratagemma ha lo scopo di invitare ad agire con cautela nelle situazioni in cui le circostanze non sono chiare: nel dubbio, si indaghino i fatti, si acquisiscano le informazioni necessarie né ci si muova prima di averli accertati.
Quando le forze del nemico non si intravedono, si cela un tranello; non si avanzi alla leggera, ma se ne cerchi dappertutto l’avanguardia.
Nell’Arte della guerra si afferma:
Se nelle vicinanze dell’esercito in marcia ci sono gole che ostacolano la strada, stagni con delle canne, o montagne dalla fitta boscaglia, lì si deve perlustrare varie volte con attenzione. Perché questi sono i posti in cui vengono tese imboscate o si nascondono subdole spie.
Particolare attenzione va prestata al fatto che lo stratagemma invita a utilizzare le energie con accortezza e a saper attendere il momento in cui l’azione comporta un rischio contenuto.
La storia
Un esempio di impiego dello stratagemma è offerto dallo sbarco anglo-francese a Porto Said, nel 1956.
Il 26 luglio di quell’anno il presidente egiziano Nasser dichiarò che riprendeva possesso del Canale di Suez.
Inghilterra e Francia inviarono ottantamila paracadutisti che calarono su Porto Said il 5 novembre: il primo contingente di paracadutisti anglo-francesi era però formato da fantocci di legno e gomma.
Gli Egiziani li scambiarono per soldati veri e ordinarono alle batterie di terra di aprire un fuoco di sbarramento e alla milizia di accerchiarli e distruggerli.
Quando la potenza numerica e di fuoco degli Egiziani si fu così svelata, i paracadutisti anglo-francesi attaccarono in forza, infliggendo gravi perdite agli Egiziani.
Alle otto di quel giorno, profittando dell’impreparazione del nemico, gli anglo-francesi paracadutarono a est di Porto Said tre battaglioni, veri questa volta.
Alle prime luci dell’alba del giorno seguente, gli anglo-francesi sbarcarono sulle coste a est e a ovest di Porto Said, vestiti con le divise egiziane.
Quando gli Egiziani si resero conto che si trattava di uno sbarco nemico, il primo contingente anglo-francese aveva ormai preso terra, e il secondo lo stava facendo con gli elicotteri delle portaerei; con l’aiuto dei paracadutisti, Porto Said fu presa e l’attacco fu poi sviluppato verso sud, lungo le sponde del Canale.
Il commento
In termini organizzativi lo stratagemma trova applicazione nelle situazioni di cambiamento nelle quali il “nuovo” è dichiaratamente desiderato da molte persone, certo la gran parte, ma nei fatti incontra molti ostacoli.
È il caso di circostanze in cui alcuni non si muovono perché l’azione può comportare rischi ma si cerca di approfittare di errori da parte di chi ha intrapreso l’azione per trarne vantaggio.
Può allora venire utile “tagliare l’erba per svegliare i serpenti”, cioè dare vita a un’iniziativa che comporti un cambiamento sostanziale e costringa le persone coinvolte a un’azione chiara, che ci aiuti a identificare senza equivoci la loro posizione.
Ho impiegato lo stratagemma molti anni fa allorquando, avendo assunto da poco un ruolo di guida commerciale e dubbioso circa le reali intenzioni dell’organizzazione di stipulare nuovi contratti di distribuzione (cambiando completamente strategia rispetto al passato), decisi di saggiare l’atteggiamento del top management sottoponendo alla loro firma un accordo minore, ma di impatto ai loro occhi rilevante, in vista di partnership di maggiore consistenza.
Il contratto fu analizzato in tutte le sue componenti e a più riprese: la firma arrivò dopo 40 giorni e solo perché respingere il contratto avrebbe significato confessare di voler mantenere lo stato delle cose.
Avevo tagliato l’erba e i serpenti si erano svegliati.
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