Raddoppiate il numero di pause caffè!
Perché? Ve lo spiego subito.
La pausa caffè è un momento fondamentale per la produttività delle organizzazioni.
Nella pausa caffè le persone si liberano della tenaglia delle priorità e possono finalmente dare sfogo alla creatività repressa.
È durante la pausa caffè che la magia della tazzina ( va bene, non è la tazzina, è un banale bicchierino di plastica, ma non mi pare il caso di interrompermi con dettagli di poco conto mentre scrivo…) che si riempie e il caldo aroma della caffeina (ma come faranno quelli che lo prendono deca?) sale su per le narici liberando idee che altrimenti sarebbero rimaste lì, sepolte nella conoscenza tacita.
E allora perché rinunciare a un momento tanto creativo per il banale bisogno di contenere il numero di caffè?
Come moltiplicare i momenti di creatività, contenendo il numero di caffè?
La soluzione è nella vignetta, adottata da persone realmente motivate a dare un contributo sostanziale alla competitività dell’organizzazione.
Tanto di cappello.
PS: grazie ai miei preziosi ispiratori che, inspiegabilmente, hanno chiesto di rimanere anonimi…
Buondi’ !
il testo di questo articolo mi e’ piaciuto molto ….
Proprio nello stile ….
:o)
I contenuti .. sono una nota dolente forse per tante direzioni aziendali ;
piu che nel settore dei colletti bianchi .. in ambito produttivo.
Ma io credo che i tempi di Metropolis siano finiti e ho letto da qualche parte che nel corso di un esperimento abbiano messo la musica in sottofondo alle mucche .. e ci sia stato un incremento di produzione di latte .
Preciso per la cronaca che mi e’ capitato di essere io stessa a disagio “beccando” situazioni in cui si eccede con questa pratica ..
come al solito per colpa di pochi vengono poi “cazziati” in molti.
Il caffe pero e’ un momento in cui si possono appianare o chiarire anche situazioni professionali …spesso ho detto al “nemico di turno” :dai , vieni che ti offro un caffe ..e spesso lo hanno detto a me perche ero io il nemico di turno … come si chiamano ? ..ha si , rapporti interpersonali… quelli che facebook e le mail e gli sms ci stanno impedendo ..
Speriamo non inventino mai il “virtual-coffiebreak” .
Saluti
Buongiorno Claudia,
rispondo per punti.
– Grazie.
– Mi risulta che quella di far ascoltare musica alle mucche sia pratica consolidata.
– Ironia a parte, riconosco tutta l’utilità sociale e di pensiero della pausa caffé.
– Spiacente di deluderti, ma il “virtual-coffiebreak” esiste già: nelle pause che le persone si prendono per accedere ai social network e non solo per ragioni diverse da quelle professionali.
– Sms e social network non ci impediscono niente: siamo noi a scegliere.
Grazie per i preziosi stimoli e a presto leggerti.
Arduino
sarà …
cqe nella pausa del caffè di stamattina i discorsi erano i seguenti
– 2 cucchiani di zucchero sono pochi
– nella cioccolata bastano ..
e via andare …
forse perché lavoro nel settore pubblico dove è più difficile stimolare la creatività … anche con il caffè
…perché tu di pause caffé ne fai poche. Scherzo Ada, grazie per il commento e per l’ironia. A presto leggerti, Arduino