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Non ci credi? Ecco cosa ne penso...

Nessuno, mai, si è davvero fatto da sé

6 Dicembre 2011 | di Arduino Mancini Capitale intellettuale, Proprietà Intellettuale

Le librerie sono piene di biografie di persone che si sono “fatte da sé”.

Imprenditori, atleti, artisti che sono stati capaci di vincere povertà e avversità di ogni genere senza contare sull’aiuto di alcuno, tanto meno della fortuna. Figuriamoci, la fortuna.

Queste persone sono spinte a dipingersi come semidei dall’esigenza di soddisfare la stima di sé e di rimpinguare le casse dell’editore (e proprie…).

Quanto a noi continuiamo imperterriti ad acquistare questi “prodotti” per via del nostro bisogno di nutrirci del mito del self-made, nel quale tendiamo a specchiarci.

Cosa troviamo con un’analisi più approfondita?

Se andiamo ad analizzare la vita di persone riconosciute come competenti in un settore specifico troviamo senza equivoco che vi sono stati, accanto al talento, uno o più fattori che hanno contribuito al loro successo in modo determinante.

Quali sono questo fattori? I più frequenti sono l’agiatezza economica, una famiglia che ha saputo assecondare il loro talento, l’opportunità di vivere esperienze uniche e in un preciso momento storico.

E, ovviamente, la vecchia cara fortuna.

Vediamo qualche esempio.

Il padre di Bill Gates era un facoltoso avvocato di Seattle e aveva sempre seguito e assecondato il talento di suo figlio. Il fondatore di Microsoft, peraltro, si era trovato nella condizione di accedere a un computer in time-sharing nel 1968, quando frequentava la terza media.

I Beatles, prima di arrivare nel 1964 nel momento cruciale della loro carriera (coincisa con lo sbarco negli Stati Uniti, avevano avuto l’opportunità di suonare ad Amburgo (tra il 1960 e il 1962), quando complessivamente si erano esibiti per 270 serate suonando non meno di 5 ore per sera, accumulando esperienza e affiatamento.

L’evidenza dell’impatto della fortuna sulla vita delle persone è evidente se consideriamo che fra quelle che Wikipedia ci presenta come le 100 persone più ricche della storia vi troviamo ben 15  cittadini degli Stati nati fra il 1831 e il 1839 (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wealthiest_historical_figures ):

  • John D. Rockefeller
  • Andrew Carnegie
  • Frederick Weyerhauser
  • Jay Gould
  • Marshall Fields
  • George F. Baker
  • Hetty Green
  • James G. Fair
  • Henry H. Rogers
  • J. P. Morgan
  • Oliver H. Payne
  • George Pullmann
  • Peter Arrell Brown Widener
  • Philiph Danforth Armour

Cosa avevano in comune questi imprenditori, oltre a essere nati nello stesso decennio?

Negli anni Sessanta e Settanta del XIX secolo l’economia americana subì la maggiore trasformazione della sua storia: impulso della produzione industriale, accelerazione dei trasporti (nascita della ferrovia), possibilità di accedere al mercato dei capitali (nascita di Wall Street).

I nati negli anni 20 sarebbero stati troppo vecchi e quelli nati negli anni 40 dell’800 sarebbero stati troppo giovani per sfruttare completamente la favorevole congiuntura economica.

Fatti da sé?

Faccio molta fatica a pensare una persona che non abbia almeno una persona, o il caso, da ringraziare.

Voi cosa ne pensate?

Il materiale per questo post è tratto dal libro libro Fuoriclasse, di Malcom Gladwell.

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Commenti
Claudia 6 Dicembre 2011 0:00

Chiunque deve cio’ che e’ ad una serie di fattori che sono quelli da Lei menzionati;
ci sono poi le caratteristiche di intraprendenza e iniziativa personale che “perfezionano il tiro”.
La definizione “fatto da se'” lascia il tempo che trova e non sta a significare nulla , ho potuto sperimentare personalmente che spesso e’ sufficente essere nel posto giusto nel momento giusto per cogliere una opportunita’ che altri rincorrono con studi o conoscenze, il trucco sta nel capire il valore di determinati eventi e rendergli onore cercando di dare il meglio, proprio in funzione del fatto che sono opportunita’ e non si possono sprecare.
Saluti

Fuliabe 6 Dicembre 2011 0:00

Credo che le cose accadano quando ci sono le condizioni ottimali: momento giusto, persone giuste, idee giuste, background giusto.

Nulla è casuale, nulla nasce dal niente.

Gates è un “self-made man”?

Ed Einstein allora?

È il denaro l’unica unità di misura?

Buona notte.

Andrea Giacobazzi 13 Dicembre 2011 0:00

Arduino i tuoi articoli sono sempre molto “stuzzicanti”. L’ego di molte (fortunatamente non tutte) persone che si sono “fatte da sè” è spesso più grande del loro talento. In un mondo perfetto si dovrebbe partire tutti da zero ogni volta, oppure tutti con le stesse risorse, ma il mondo perfetto non esiste e all’intera popolazione del mondo (i localismi con questa economia non contano più niente) non resta che “sperare” (quanto non mi piace questo termine!!) che a chi ha il pane crescano i denti.

AM 13 Dicembre 2011 0:00

Mi pare di cogliere condivisione della mia posizione da parte di quanti hanno commentato. Direi che la strategia giusta sia prepararsi e poi lavorare per generare le opportunità.
Le persone di successo hanno spesso più di altro bisogno di sostegno, e arrivano a posizioni di prestigio (spesso solo la notorietà…) perché sono disposte a mettere in gioco molto della (qualità della) vita.
Come contestare che esiste una bella differenza fra il nascere da famiglia povera e da una ricca?
Mi piacerebbe avere il commento di una persona che si è “fatta da sé”: coraggio, apriamo il dibattito.
NON SIATE TIMIDI!!!

Tiziano 14 Dicembre 2011 0:00

Provengo da una famiglia molto modesta, ed ho dovuto lavorare per mantenermi agli studi prima al liceo e poi all’università. Ho vissuto una bella carriera professionale, sono contento di quello che faccio, non sono ricco: meglio, appartengo ai finti ricchi di questo paese alla rovescia, ma questo è un altro discorso. Ho fatto molto con le mie forze, ma anche devo molto a tante persone e situazioni che mi hanno dato e donato qualcosa (un proverbio dice “aiutati che Dio t’aiuta”). E’ importante saper riconoscere quello che le circostanze ci offrono e saperlo valorizzare, per crescere secondo la nostra unità di misura, che non è necessariamente il successo economico o la fama. L’ambiente di provenienza? Conta parecchio, per tanti è e resta un handicap insormontabile, ma non è tutto. Una famiglia ricca può darti molte opportunità, ma anche creare disgraziati schiacciati (ricordate il figlio suicida dell’avv. Agnelli? quanti figli di padri “forti” sono povere amebe?). Una famiglia povera può insegnarti la tenacia ed il saper riconoscere le piccole cose, traendone appagamento. Insomma, sta anche a noi saper far tesoro dei talenti che ci sono dati, prima di tutto aprendo gli occhi per vedere quello che abbiamo intorno (a proposito, ieri, Santa Lucia, era la festa della Luce…)

AM 14 Dicembre 2011 0:00

Grazie del contributo, Tiziano.
Il contributo di una persona saggia.
Torna presto.
Arduino

Elda 11 Giugno 2013 0:00

Nasciamo tutti “geni” ma poi ce ne dimentichiamo. A tutti viene data la stessa possibilità di eccellere grazie ad un particolare talento. Spesso questo talento rimane nascosto o schiacciato dai condizionamenti esterni. Ci vuole intraprendenza, costanza, consapevolezza, creatività, determinazione, fede, un pizzico di incoscienza e talento per riuscire. Tanta azione ed un po’ di fortuna. Sono doni che ci vengono dati in dote a tutti, quando nasciamo. Sta a noi sfruttarli nel migliore dei modi, riconoscendo il momento, l’occasione, il posto giusto. Il self Made può valere per chiunque ma è questione di volontà e di tutti questi fattori, per i quali possiamo solo essere infinitamente grati 😉

Lorenzo Imbasciati 12 Marzo 2014 0:00

D’accordo.
E lo sarebbe anche Taleb (Giocati dal caso).

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