La fiducia di Einstein nell’uomo. E nel sapere.
Ho letto questo pensiero di Albert Einstein pubblicato nel 1945 in un articolo dal titolo “Einstein on the Atominc Bomb” sulla rivista Atlantic monthly.
State a sentire.
Non credo che l’umanità sarà spazzata via in una guerra combattuta con la bomba atomica. Forse potrebbero essere uccisi due terzi degli abitanti della terra; ma rimarrebbero abbastanza uomini capaci di pensare, e abbastanza libri, per ricominciare tutto da capo.
Sento di condividere la sua fiducia nell’uomo e nella conoscenza, ma non posso ignorare che nel 1945 il mondo era minacciato da una guerra nucleare più di quanto non lo sia oggi.
In questo momento storico il vero pericolo sta nella lenta distruzione del pianeta indotta dal costante consumo di risorse naturali, superiore a quelle fisiologicamente prodotte, senza preoccuparci di ciò che lasceremo alle generazioni che seguiranno.
Siamo genitori che lasciano debiti a figli, nipoti e pronipoti senza preoccuparsi se saranno in condizioni di pagarli.
E per questo servono ancor più uomini capaci di pensare e di guardare lontano, perché se l’atomica rappresentava nel 1945 un pericolo incombente capace di smuovere le coscienze, il pensiero di ridurre in qualche modo il tenore di vita e la resistenza a cambiare le nostre abitudini rappresentano formidabili incentivi a procrastinare la soluzione dei problemi.
Ce la faremo?
Ho fiducia, nonostante tutto. E tu?
Alla fiducia unisco anche alcune pratiche concrete. E lavoro per lasciare ai miei figli un mondo migliore rispetto a quello che ho ricevuto dai miei genitori. Alla fine devremmo ragionare come diceva un grande capo indiano… dovremmo diventare tutti guerrieri.
Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non é chi combatte,
perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi é chi
sacrifica se stesso per il bene degli altri.
Toro Seduto
Bellissimo commento Roberto.
Grazie.
Arduino
Sempre più spesso mi confronto con adulti, anche molto istruiti, e giovani che hanno perso la stima verso il futuro e veso sè stessi che lo determinano e lo vivranno. Mi occuppo di orientamento e di scuola lavoro, un contesto che dovrebbe essere la progettualità consapevole del poi… e invece spesso ricorrono le solite affermazioni “una volta sì che…” “voi grandi ci avete lasciato il disastro e poi chiedete a noi soluzioni” …adulti impotenti che demandano a uttti (e quindi a nessuno) le proprie responsabilità e giovani (non tutti, perchè le punte di diamante sono tante ed eccezionalmente luninose) che non sognano o non s’incuriosiscono di quanto li circonda e quindi, restano a guardare e attendono… non si sa bene cosa
Credo che dittatura e bomaba atomica fossero pericoli evidenti che aggregavano… ora i pericoli sono più “sottili” e invisibili e quindi non aggragano… Ciò nonostante io continuo ad essere fiduciosa nelle risorse nascoste dell’essere umano che sicuramente uscirà da questo torpore, lo sta già facendo ma con tempi differenti e con stratege non ecclatanti e quindi anch’esse invisibili
Grazie per queste occasioni di riflessione
Emaue
Grazie a te Emanuela,
abbiamo bisogno di persone che agiscono pensando e lontano dai microfoni.
A presto leggerti,
Arduino