Diario di scuola affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni.
In verità dicendo “alunni” si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista dei “somari”, di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex somaro lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandole nobiltà, restituendole anche il peso d’angoscia e di dolore che le appartiene.
Ma Diario di scuola è anche il racconto della sua esperienza di insegnante: come dire dal banco alla cattedra e ritorno. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico, sul ruolo della famiglia.
E da questo rovistare nel “mal di scuola” che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d’imparare che, contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima – secondo Pennac – i giovani di oggi come quelli di ieri.
Con la solita verve, ma con una nuova furiosa dolcezza, l’autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi e toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.
Un grande libro di un grande scrittore
Grazie Betty,
benvenuta e a presto leggerti.
Arduino