Perché festeggiare l’8 marzo
Oggi è l’8 marzo, giornata della donna, che per decenni ho deliberatamente ignorato.
Per quale ragione?
Perché ero convinto che il solo fatto che ci fosse un giorno in cui festeggiare le donne fosse di per sé discriminante.
Oggi credo invece che le persistenti differenze nel mondo del lavoro, i costi sociali che insistiamo a scaricare sulle loro spalle e la violenza delle quali continuano a essere oggetto debbano cogliere tutte le occasioni per essere almeno oggetto di riflessione.
Per questo voglio dedicare a tutte le donne le parole di Marya Mannes, giornalista e critica americana.
Nessuno ha da ridire su una donna che sia una brava scrittrice o scultrice o genetista, se al tempo stesso riesce a essere una brava moglie, una brava madre ed avere un bell’aspetto, un buon carattere, sia molto curata e non aggressiva.
Auguri a tutte!
Bellissima citazione. Io resto però del pensiero che avevi all’inizio, preferisco combattere in altro modo, giorno per giorno, nel quotidiano, credo che la festa non serva a niente.
Anche io credo, che festeggiare le donne in un giorno prefissato non serva, se poi continuano i soprusi e le violenze in tutti gli altri giorni dell’anno per tutta la vita. Un tempo pensavo che fosse utile dedicare almeno un giorno a quelle che sono le “genitrici dell’umanità”, per riflettere e far riflettere, poi mi sono resa conto col passare degli anni che questo serve solo a mettere il dito nelle piaghe e non a curare le ferite.
Ferite procurate dagli stessi che dicono di amarle, e per amore sviliscono, annientano, e distruggono.
Bisogna ripartire da lontano, dal rispetto e forse non è troppo tardi!
@Tiziana. Non può e non deve essere troppo tardi.
Ciao!