Venditori? Brutta gente!

Questo è quello che sembra pensare molta parte della stampa e del mondo politico di chi si occupa di vendita.

Cosa me lo fa pensare?

Le prime uscite pubbliche di Matteo Renzi nella veste di presidente del consiglio sono state contrassegnate da uno stile di comunicazione decisamente inusuale: linguaggio informale e impiego di diapositive. Nelle presentazioni pubbliche.

Com’è stata accolta la novità?

Da più parti si è parlato in tono dispregiativo di “venditore di pentole” , “venditore di programmi altrui” e così via: interroga Google con le parole chiave e potrai farti la tua idea.

Indipendentemente da ciò che si pensa del programma di governo o della persona di Renzi, questo atteggiamento rivela il retaggio culturale che ancora alberga nella mente di molti: e cioè che la vendita ha a che fare con l’inganno e la manipolazione.

Chi la pratica è perciò almeno un po’ gaglioffo e da guardare con ragionato sospetto.

Ciò che queste persone sembrano ignorare sono i contenuti professionali delle vendita, senza la quale non una impresa si reggerebbe sulle gambe.

Per dirla con un famoso spot “no fatturato, no party”.

Non credi?

PS: se fra i tuoi conoscenti ci sono persone abituate a parlare della vendita in termini dispegiativi, ignorandone la complessità e i contenuti, gira pure loro questo articolo.