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Quiz - Uno strano suicidio
9 Settembre 2014 | Quiz, Enigmi. Indagini
Eccoci al primo enigma autunnale, ideale per esercitarci nella soluzione di problemi complessi, descritto nella vignetta.
Cosa può aver spinto, secondo te, la donna al suicidio?
Le regole del gioco:
- puoi porre domande nei commenti, alle quali farò del mio meglio per dare risposta tempestiva. Non risponderò a domande poste sui social network;
- puoi fare più di un tentativo, dando una soluzione per volta (magari evitando di tirare a indovinare);
- se per qualche ragione conosci già la soluzione per favore astieniti dal rispondere;
- le prime tre persone che forniranno la risposta corretta riceveranno gratuitamente una copia del mio libro.
Pubblicherò in un post la soluzione al quiz e, soprattutto, un’analisi dell’indagine che tu e gli altri lettori avrete condotto.
Vuoi cominciare?
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Ciao Arduino,
sono stati trovati altri oggetti? Sul treno o in altre luoghi, abitazione ed altro sono state lasciate ultime volontà? Aveva problemi la donna o nemici?
Grazie
Biagio
Ottime domande Biagio, finalizzate a chiarire il contesto.
– Non sono stati trovati altri oggetti.
– Non sono stati trovati messaggi.
– Non è noto se avesse nemici.
Per quanto riguarda i problemi debbo chiederti di essere più specifico.
Grazie e a presto leggerti.
Arduino
I figli erano con la donna sul treno?
Problemi coniugali, professionali o in famiglia. In oltre mi ė venuta in mente un altra domanda: soffriva di qualche problema psicologico (depressione, depressione post parto – che età hanno i figli? – attacchi di panico). Abbiamo informazioni per verificare se nella cabina siano entrate altre persone? Vi erano oggetti rotti che indicavano colluttazione?
Grazie
Biagio
Partenza a razzo :-).
Nessun problema coniugale, professionale o di famiglia.
Nessun problema psicologico.
I fifli sono adolescenti e non sono con la donna.
Non c’è traccia che nella cabina siano entrate persone.
Non ci sono segni di colluttazione.
A dopo,
Arduino
E si….mi serve distrarmi un po
….che viaggio era? Di piacere? Lavoro? Doveva incontrare qualcuno? Se si abbiamo info
Dimenticavo problemi economici?
Dove stava andando? Il fazzoletto nero mi fa pensare ad un funerale…che abiti indossava la donna?
Inoltre l’assenza di bagagli fa pensare ad una permanenza rapida.
Il marito della donna è ancora vivo?
Se sì, perchè non era con lei in treno?
E dov’era?
Se il marito non è vivo, quando è morto?
Buongiorno Arduino, questa volta vogli opartecipare pure io! Mi puoi ripondere alle seguenti domande?
– da dove proveniva il treno?
– dove andava?
– dove la donna era salita?
– dove era diretta (il biglietto dovrebbe indicarlo)?
– da dove la donna si e’ buttata (finestrino, porta,..)?
– cosa era contenuto nella borsetta?
– cosa era contenuto nella borsa?
– qualcuno la ha vista cadere?
– chi ha ritrovato il cadavere?
grazie
Nei primi anni del ‘900 la condizione della donne era di subalternità all’uomo. La donna in questione era moglie di commerciante.
Se pur con la morte del marito (vedi fazzoletto nero) abbia ereditato l’attività, è stata fortemente osteggiata nel condurla. Sotto la minaccia di perdere i figli, adolescenti ma non maggiorenni, la donna ha ceduto alla disperazione e si è suicidata.
magari era vedova, ancora in lutto e si è gettata dal treno affinchè i figli potessero riscuotere l’assicurazione sulla vita?
Un’altra ipotesi potrebbe essere:
– il marito è morto;
– la donna stava andando dai figli a comunicare il fatto;
– ha ceduto alla situazione e ha deciso di farla finita.
Potremmo farne parecchie di altre “ipotesi” di questo tipo però, secondo me, è il caso di arrivare ad una soluzione facendo domande e scoprendo piano piano ulteriori indizi, invece di confezionare possibili soluzione senza la certezza dei fatti a supporto.
Attualmente non sappiamo se il marito è vivo o morto.
Il marito gli ha ammazzato i figli ed è morto pure lui visto il fazzoletto nero.
E lei voleva fare un viaggio ma ha deciso di farla finita.
P.S. sperando che lo stato di allora non chieda le tasse agli eredi come quello di oggi…………………
…Siam sicuri che si sia “suicidata”?
Gettarsi dal treno poteva essere l’unico modo per sfuggire a “morte sicura”, magari annunciata dal “raffinato fazzoletto nero”.
Dobbiamo attendere tibicon per proseguire l’indagine!
Ciao Arduino,
avrei qualche domanda.
– Sul fazzoletto c’erano ricamate delle iniziali, e, in caso affermativo, di chi erano?
– Il fazzoletto era profumato?
– Qual era il tenore di vita della signora?
Grazie!
Sono d’accordo con Vincenzo; attendiamo le risposte di Arduino.
come si è giunti alla conclusione che si tratta di suicidio?
Mi pare che gli unici tre elementi specifici che compaiono nel racconto siano “primi del 900”, “commerciante” e il “raffinato fazzoletto nero”. Cosa legherà le tre cose?
Domanda: il fazzoletto nero è un messaggio simbolico legato a qualcosa di diverso da una morte o un funerale?
Era incinta, ma non del marito? All’inizio del ‘900 una questione d’ “onore” poteva spingere al suicidio.
In cosa commerciava? Forse in articoli che il “progresso” aveva reso obsoleti e si sentiva destinata alla rovina.
Se i figli sono adolescenti, secondo me sta scappando da loro e dalla situazione familiare e sociale che non le riconosce tutto quello che amorevolmente fa per la famiglia né le concede il diritto di essere felice. E’ una donna intelligente e intraprendente, visto che viaggia sola, e lascia tracce per far pensare a un suicidio ma in realtà, ispirata dal Fu Mattia Pascal, fugge per crearsi una nuova vita. 🙂
Quasi quasi ci faccio un pensierino anch’io! 🙂
Ciao a tutti,
riemergo ora da una giornata di aula e cena annessa, motivatissimo a rispondere alle numerosissime domande.
Risponderò scorrendo i commenti e dando unica risposta a domande simili. Comincio.
– il viaggio della donna non era di piacere, né di lavoro;
– era partita da una grande città e stava tornando a casa, in una cittadina di montagna. Alla stazione avrebbe trovato una persona ad attenderla;
– la donna aveva un bagaglio: come dice il testo, nello scompartimento c’erano una valigia e una borsetta della donna;
– non aveva problemi economici;
– la donna indossava abiti assolutamente ordinari (gonna, camicetta e soprabito);
– il marito era morto 5 anni prima e la donna non era incinta;
– la donna ha aperto la porta del treno e si è buttata mentre il treno era in corsa. La morte è sopravvenuta a causa di un trauma cranico conseguente all’urto su una pietra;
– nella valigia erano contenuti degli abiti;
– nella borsetta c’erano documenti, un portafogli con poco contante e il biglietto del treno. Non mancava nulla;
– nessuno ha visto la donna cadere dal treno;
– il cadavere è stato trovato qualche ora più tardi, dopo l’avvio delle ricerche seguite all’allarme dato dalla persona che aspettava la donna alla stazione di arrivo;
– la donna era una commerciante. Gestiva un negozio di abbigliamento che NON aveva ereditato;
– quella del suicidio è l’ipotesi formulata dalla polizia, coerente con il quadro che svelerete con l’indagine;
– la donna non aveva premeditato il suicidio: in base agli elementi disponibili aveva maturato la decisione sul treno;
– sul fazzoletto nero non erano ricamate iniziali, non era profumato, non aveva un significato particolare;
– la donna aveva una vita dedita al lavoro, per lei molto importante, e ai figli.
Mi auguro di essere stato esaustivo.
A presto leggervi,
Arduino
La scelta del suicidio è stata presa per evitare problemi percepibili come più gravi? È stata minacciata in passato o sono stati minacciati i suoi familiari? Abbiamo informazioni su come stesse andando l attività? Era sana o aveva problemi economici o di altro tipo? Chi la aspettava alla stazione? Che legame aveva con lei?
Buongiorno Arduino,
un paio di chiarimenti:
– “il viaggio della donna non era di piacere, né di lavoro;”; qual’era la ragione del viaggio?
– chi era la persona che attendeva la donna in stazione?
Ho notato che hai sottolineato che per la donna il lavoro era una componente fondamentale delle sua vita; particolare interessante.
(OT: una non può distrarsi un attimo, che ecco che accade qualcosa di interssante.
Sono tornata, ma ho la scrivania piena, quindi, per il momento, sto alla finestra.
Franka)
Provo una soluzione: la donna pensava che quel treno stesse per subire un incidente (collisione, deragliamento); si è dunque gettata dal treno pensando così di salvarsi la vita.
Invece, il treno ha proseguito la sua corsa e la donna sappiamo come è andata a finire..
Faccio una proposta a chi sta partecipando al quiz:
dato che non ci sarà un vincitore ma tre, propongo di lavorare in team, al fine di raccogliere più informazioni possibili prima di cominciare a dare soluzioni.
Quindi direi di procedere focalizzandoci sui punti ancora non chiari, allo scopo di avere il quadro della situazione quanto più competo possibile.
Fatto questo, potremmocominciare a dare soluzioni.
Probabilmente la soluzione è in linea con la risposta di Stefano….magari per sottrarsi ad un pericolo. Sono riusciti ad individuare il punto da dove è saltata ( nei pressi di un fiume nella speranza di vivere, nei pressi di un ponte senza possibilità di salvarsi ecc..). Inizialmente avevo pensato per evitare un omicidio mă l ho escluso in base alle indicazioni date da Arduino
Altre domande:
– Nella grande città la donna ha partecipato a una funzione o manifestazione pubblica?
– era malata?
– il fazzoletto trovato era pulito?
– la donna ha fatto tutto il viaggio da sola?
– ha visto o sentito qualcosa dal finestrino, in una stazione?
Cesare
Sempre più agguerriti e pieni di domande, addirittura pronti a fare squadra. Bene, benissimo!
Rispondo evitando duplicazioni di risposte.
– Possibile che il suicidio sia stato concepito come a soluzione a una situazione percepita come più grave o almeno difficile da affrontare.
– Non è saltata dal treno considerando un punto specifico: il corpo è stato ritrovato in una gelleria.
– La donna non era stata minacciata e gli affari andavano bene (non sussistevano problemi economici).
– Fatto salvo un intervento, a valle del quale si stava recando a casa e che era la ragione del suo viaggio, la donna godeva di buona salute.
– Alla stazione l’attendeva suo fratello.
– Il fazzoletto era pulito.
– La donna ha fatto tutto il viaggio da sola.
– Non ha visto dal finestrino o in una stazione cose particolari o che potessero indurla al gesto.
Ottimo lavoro, proseguiamo.
PS: Gianluca, la soluzione è diversa da quella da te formulata.
Ha usato droghe che l hanno indotta a fare questo gesto? Allucinogeni? Abbiamo info su latri passeggeri nel treno în altri vagoni? Conosceva qualcuno?
Provo ad azzardare:
il fazzoletto era una benda.
La donna aveva subito un intervento agli occhi.
In treno, togliendosi il fazzoletto si è accorta che a) era diventata cieca oppure b) non lo era più, e ha visto qualcosa (di se stessa?) che non poteva accettare…
Aggiungo (ma è paradossale) una terza possibilità: l’intervento era riuscito, ma la donna si è tolta il fazzoletto in galleria e ha CREDUTO di essere diventata (o essere ancora) cieca…
A quale intervento (chirurgico?) la donna si è sottoposta?
@ Cesare: bella intuizione; non la escluderei.
OT @ Arduino: complimenti per l’idea del quiz; è un ottimo modo di stimolare la partecipazione.
– Nessun uso di droghe o sostanze assimilabili.
– Sul treno non c’erano conoscenti della donna e nessuno la conosceva.
– il fazzoletto fungeva da benda.
– La donna aveva subito un intervento agli occhi.
@Cesare. Vuoi per favore formulare la tua ipotesi “finale”?
Ricordo a tutti che l’eventuale formulazione di un’ipotesi plausibile con l’enigma non esclude affatto l’esistenza di altre soluzioni.
Perciò, coraggio!
PS: Grazie Stefano!
Ok, la mia ipotesi finale è la terza: la donna aveva subito un intervento agli occhi che doveva restituirle la vista, quando – forse perché era passatop il tempo che le avevano indicato – si è tolta la benda in galleria, ha creduto che l’intervento non fosse riuscito, e si è buttata.
Questo perchè il fazzoletto era nero, ma non era stata a un funerale; qualcosa è successo in treno che non ha coinvolto altre persone; hai indicato il ritrovamento in galleria.
Il fatto che si commerciassie in abbigliamento rende ancora più invalidante la cecità – è in lavoro che non puoi fare senza vederci.
(poi, se volete, vi racconto una versione più arzigogolata e drammatica, ma un po’ più tirata per i capelli)
(scusate le imprecisioni di battitura)
@Cesare. Bene, teniamo buona la prima, ma non pui negarci la seconda…
Era ricorsa ad un usuraio per pagarsi l’intervento?
Se sì, questo avvalorerebbe ulteriormente l’ipotesi di Cesare.
Ipotesi plausibile se la galleria fosse lunga svariati km!
Come avrebbe poi raggiunto la porta non vedendo? Non e’ così facile!
Questa è più bella da un punto di vista narrativo, ma meno plausibile.
A seguito di un incidente, la donna ha perso la vista ma ha anche subito danni cerebrali, e memoria degli ultimi trenta-quarant’anni. Crede di essere giovane, e di avere un marito che la aspetta a destinazione.
Togliendosi la benda, ha visto le proprie mani di donna anziana, e ha avuto conferma dell’età guardandosi allo specchio dello scompartimento. Non ha resistito ala riverlazione, e si è gettata.
Ma questo, pur aggiungendo spessore emotivo, aggiunge inutili complicazioni – la soluzione migliore di un enigma dovrebbe essere la più semplice – e non spiega la galleria.
Per XVincentX: siamo all’inizio del 900, e in montagna… il tremo forse non va tanto veloce…
(e alcuni treni di inizio secolo avevano uno sportello in ogni compartimento)
L’intervento agli occhi era andato bene?
La donna era vedente al momento della morte?
Aggiungo: la benda copriva entrambi gli occhi o soltanto uno dei due?
Inoltre: a che ora si è buttata dal treno la donna?
@ Cesare: le tue soluzioni sono plausibili ma si basano sull’assunto che la donna fosse vedente nel momento in cui ha deciso di suicidarsi (anche se magari credeva di aver perso la vista a causa dell’ingresso in galleria).
Considerando invece che l’intervento potrebbe non essere andato bene, la donna potrebbe semplicemente aver perso le speranze.
Per questo vorrei chiarire questi aspetti.
PS.
Domanda generale: c’è la possibilità che ci siano più soluzioni valide?
ok Cesare, teniamo buona la prima.
– La galleria era lunga tanto da dare alla donna la sensazione di totale oscurità per un tempo non brevissimo;
– la donna non era ricorsa a un usuraio;
– la donna aveva preso posto nello scompartimento vicino alla porta del treno, quindi facilmente raggiungibile;
– l’intervento agli occhi aveva avuto successo.
Formulazioni diverse o concordi con quella di Cesare?
A presto leggervi,
Arduino
@Cesare: non solo ad inizio secolo! Ricordo ancora il mio primo viaggio in treno Potenza – Torino (1960), gran parte del quale effettuata in carrozze con sportelli ad ogni compartimento, e non fu l’unico. 🙂
Date le ultime informazioni, concordo con la teoria di Cesare:
la donna ha tolto la benda, credeva di essere ancora cieca e ha deciso di farla finita.
Dimenticavo: le cabine/scomparti erano illuminate artificialmente in qualche modo (lampade a olio, ecc)?
I ipotesi: La donna ha recuperato la vista ma l’incidente l ha anche sfigurata e vedendosi in quello stato ha preferito farla finita
II ipotesi: la donna dopo l intervento non vedeva bene ha scambiato una finestra per porta ed è caduta fuori dal treno.
Bene, benissimo.
– gli scomparti non erano illuminati.
@Stefano. La tua ipotesi finale coincide con quella di Cesare?
@Biagio.
– In quale incidente la donna sarebbe rimasta sfigurata?
– La donna avrebbe dovuto arrampicarsi sul finestrino e l’uscita troppo problematica per essere accidentale.
Vuoi formulare la tua ipotesi finale? Essa può essere originale o condivisa con altro lettore.
A presto leggervi,
Arduino
Ciao Ardiuino,
In base alquanto scritto prima da Cesare la donna ha potuto perdere la vista a causa di un incidente ed a inizio 900 ogni compartimento aveva uno sportello (credo che nessuna delle due ipotesi siano state smentite.
La mia ipotesi è che anziché entrare nello scompartimento abbia sbagliato e si sia buttata fuori….quindi incidente anziché suicidio.
La seconda è che dopo aver recuperato la vista, nel suo aspetto avesse visto qualcosa che non le è piaciuta affatto. Per avvalorare la seconda ipotesi faccio questa domanda: cosa ha provocato il problema alla vista della signora?
Buongiorno Arduino,
Dopo l’ultima informazione sull’illuminazione, riconfermo l’ipotesi riportata sopra, in linea con la soluzione di Cesare.
La donna aveva un problema che progressivamente avrebbe potuto portarla a perdere la vista.
Inoltre, è stata accompagnata sul treno e i medici si erano assicurati che ci fosse qualcuno ad attenderla all’arrivo.
I medici le avevano anche detto di non togliere la benda prima di 3 giorni.
L’intervento era andato bene ma la benda avrebbe dovuto rimanere per tre giorni onde evitare l’effetto della luce attraverso una pupilla midriatica. La donna aveva necessità di usare la toilette e trovandosi nella semioscurità della galleria, istintivamente si tolse la benda e aprì la porta di quella che credeva la toilette, e invece era la porta di accesso al vagone. Cadde all’esterno e morì per shock traumatico. NÈ SUICIDIO NÈ OMICIDIO. DISGRAZIA !
Ciao Eugenio, trovi qui la risposta al quiz https://www.tibicon.net/2014/09/uno-strano-suicidio-la-soluzione-al-quiz.html
Se non sei iscritto al mio blog puoi farlo ora https://www.tibicon.net/tibimail/
Grazie e buona giornata.
Arduino
Al di la della risposta che ho già dato, vorrei comunque approfondire e riproporre una mia domanda precedente: La donna era vedente al momento della morte?
La donna dopo essersi tolta la benda prematuramente ha creduto che avrebbe visto in quel modo per tutta la vita, anzi che sarebbe peggiorata vista la diagnosi dei medici. Ha deciso di suicidarsi.
A questo punmto confermo in linea di massima la mia teoria ma non sono per il momento in grado di spiegarmi perché la donna avessetolto la benda sul treno.
Il treno per caso si era fermato nella galleria o aveva avuto altri contrattempi che possano aver spinto la donna a togliersi la benda anzitempo?
Forse la benda è semplicemente caduta perchè si è allentata. Ha visto qualcosa che non voleva/doveva vedere e addio.
“Ha visto qualcosa che non voleva/doveva vedere e addio.”.
Purtroppo sembrerebbe che questo non possa essere accaduto dato che:
– il corpo è stato trovato in galleria;
– la galleria era sufficientemente lunga da creare l’effetto “buio completo”;
– non c’erano luci dentro al treno.
In sintesi, mi sembra di capire che ogni ipotesi relativa al “Ha visto qualcosa” sia da scartare.
Sì, per quanto riguarda la vista credo che abbiamo appurato che la donna non ha visto nulla, prima perché aveva la benda e poi perché era nel buio della galleria.
Quindi per capire perché se l’è tolta dobbiamo far ricorso agli altri sensi… se escludiamo il gusto (salvo idee in contrario), cosa può aver sentito, odorato o percepito che le ha fatto togliere la benda? Un rumore, un richiamo, un ordine, odore di fumo, un movimento o l’assenza di questo?
L idea di fumo per la paura di un incendio non è da escludere che ha causato questa reazione.
Effettivamente la cosa che meno riesco a spiegarmi è il motivo per cui si è tolta la benda.
Aveva ricevuto una chiara informazione dai medici: non togliere la benda prima di tre giorni.
Inoltre, se è stata accompagnata sul treno dai medici , i quali si sono assicurati che ci fosse qualcuno ad attenderla, significa che, anche se l’intervento era andato bene, comunque la donna era non vedente durante il viaggio in treno.
@ Arduino: abbiamo evidenza di qualche evento particolare accaduto durante il viaggio sul treno?
Un principio d’incendio, qualche malfunzionamento, ecc?
Mah, mi verrebbe da dire che molti indizi non portino a molto e siano stati messi lì, come di solito accade, per fuorviare l’indagine. A questo punto e letti tutti i commenti, mi verrebbe da pensare che più che a un suicidio, si possa pensare a un incidente. Centra certamente la vista, ma in modo passivo. La signora ha avuto necessità di andare in toilette e può essere stata tratta in inganno dall’oscurità scambiando tragicamente la porta del bagno con l’uscita. L’indizio che colloca la vicenda ai primi del 900 mi fa supporre che il treno non avesse il bagno nello scompartimento ma potese averlo invece su un ballatoio esterno. Facile quindi, nel rumore assordante della galleria, poter commettere un fatale errore. Consapevole della banalità del mio commento, spero però che il mio contributo fornisca ulteriore materiale di discussione per giungere presto alla soluzione del dilemma. A presto leggervi.
Giuseppe
Beh, che è un suicidio è una delle oche cose che ci è stata detta sin dall’inizio…
Ci ho ripensato. Ricostruzione numero due.
La signora subisce quest’intervento agli occhi che comporterà un certo periodo di convalescenza per il recupero totale della vista. Però nel frattempo, benchè rassicurata sul positivo decorso dell’operazione, viene accompagnata alla stazione e ci si premura di fare in modo che qualcuno vada ad attenderla all’arrivo. Questo potrebbe insinuare un po’ di dubbi sull’effetivo recupero, al momento parziale e successivamente completo, della vista. La signora sale sul treno completamente bendata dal fazzoletto nero che non lascia trapelare nessun raggio di luce. Fortuitamente oppure meno, subito dopo l’ingresso in galleria, alla signora cade la benda e ha modo di constatare del buio che la circonda. La signora trova che questa sensazione non è fugace, la galleria è lunga. Questo accadimento la fa sprofondare nello sconforto più totale fino da ridurla al panico. Le hanno raccontato una menzogna, non ha più la vista e non potrà più “rivedere” i suoi amati figlioli. Completamente presa da questo nefasto pensiero, non esita ad aprire la porta dello scompartimento e a gettarsi dal treno, ignara di stare attraversando semplicemente una galleria. Un po’ romanzata ma mi pare che potrebbe essere una spiegazione plausibile.
@Stefano. Per i medici l’intervento era riuscito e quindi è lecito supporre che la donna fosse vedente.
A questo punto abbiamo tre persone che tendono a sostenere la tesi secondo la quale la donna avrebbe deciso di togliersi la vita credendo di essere diventata cieca o fortemente menomata nella vista.
Altre soluzioni possibili da parte degli altri lettori?
A presto leggervi,
Arduino
Io sostengo la tesi da te citata o quella dell incidente ovvero ha sbagliato ed anziché entrare in una cabina/bagno è caduta. Vorrei escludere una. In basè alla struttura del treno vi erano possibilità per la donna di commettere un errore simile?
Che capacità aveva la donna di sopportare il dolore? Questo intervento era l inizio di tanti altri per non peggiorare o salvaguardare la vista in un futuro? Che indicazioni avevamo dato i medici per il post intervento? Le risposte a queste domande dovrebbero escludere incidente o intenzionalità
Arduino, il testo iniziale parla esplicitamente di suicidio…o anche questo può essere messo in discussione?
Ciao a tutti,
scusate l’ora tarda.
Vi scrivo dopo aver ascoltato Guccini :-).
Inoltre, informo Giuseppe e Cesare che quando ho scritto l’ultimo commento non avevo visto il loro non avevo visto i loro.
Faccio un po’ di ordine.
La ricostruzione del suicidio l’ha fatta la polizia, perché la donna non ha lasciato scritti ma solo tracce che permettessero di ipotizzarlo.
Infatti:
– non ci sono indizi messi lì per fuorviare le indagini ma informazioni che possono o no essere significative;
– i medici avevano accompagnato la donna al treno e si erano assicurati che avesse accesso alla toilette (non confondibile con la porta del treno, situata in posizione opposta e accessibile per mezzo di uno scalino);
– la donna aveva subito solo un intervento, che sarebbe stato risolutivo. Per i medici l’intervento era riuscito e le avrebbe restituito la vista;
– la donna era felice di tornare a casa, secondo quanto risultava sia ai medici sia ai parenti;
– il fazzoletto era ben stretto e, secondo i medici, non avrebbe potuto cadere accidentalmente.
Il perfetto stato dello scompartimento, l’assenza di segni di colluttazione e di rumori hanno indotto la polizia a dedurre che la donna, ansiosa di verificare la guarigione, si sia tolta il fazzoletto nero proprio in galleria e, nel buio totale, dedotto che l’intervento era fallito.
Era cieca.
Presa dallo sconforto in pochi passi aveva raggiunto la porta del treno, imboccandola.
Questa l’ipotesi della polizia e sulla quale mi pare che Cesare, Stefano, Biagio e Giuseppe siano d’accordo.
Sbaglio? Ci sono altre soluzioni compatibili con il quadro descritto?
Ditemi se ho dimenticato qualcosa.
A presto leggervi,
Arduino
Buongiorno!
Confermo quanto riportato da Arduino.
Torno a dire che, l’unico aspetto che “scricchiola” è: “la donna, ansiosa di verificare la guarigione, si sia tolta il fazzoletto nero…”.
@Stefano.
Conosco più di una persona che, operata di cataratta, si è tolta la benda prima del tempo per verificare l’esito. Mettiti nei panni di una persona per la quale la vista è fondamentale (se non altro per il lavoro che fa) e ansiosa di guarire. Trovo la cosa convincente. Gli altri cosa ne pensano?
@ Arduino:
Certo, la cosa ha senso.
La mia è soltanto una riflessione allo scopo di trovare una soluzione “a prova di bomba”.
Il contesto in cui è inserito l’episodio della benda mi lascia perplesso: il caso vuole che la donna scelga proprio il momento in cui non c’è la minima luca esterna per togliersi la benda e verificare se i suoi occhi sono guariti; una situazione tragi-comica!
Sì rimango della tesi sopra esposta escludendo l incidente a questo punto
Si, io sono d’accordo con le conclusioni del tuo ultimo post di ieri sera. L’unica palusibile spiegazione dovrebbere essere questa. Ce ne sono altre?
Ciao a tutti,
vi informo di aver pubblicato la soluzione al quiz.
Grazie a tutti per la partecipazione.
https://www.tibicon.net/2014/09/uno-strano-suicidio-la-soluzione-al-quiz.html
A presto leggervi, Arduino
Buongiorno Arduino,
Ti ringrazio per il quiz e il premio.
Mi farebbe piacere se questi quiz diventassero una felice ricorrenza!
A presto,
Stefano
Farò del mio meglio 🙂
Buongiorno Arduino,
Grazie molte per il premio.
Buon proseguimento
Giuseppe
le erano morti i figli