La lezione di Roger Federer e Ivan Ljubicic
Il 16 luglio 2017 il tennista Roger Federer ha vinto il torneo di Wimbledon, il più prestigioso al mondo, per l’ottava volta: qui sopra alcuni video.
A 35 anni, cinque anni dopo l’ultimo successo: il primo nel 2003, quando aveva solo 21 anni.
Perché trovo la notizia degna di nota? Te lo spiego subito.
Nella sua lunghissima carriera Roger Federer ha vinto 93 tornei, 19 slam (sono definiti slam i 4 tornei più prestigiosi al mondo, Wimbledon, Parigi, Melbourne e New York) e soprattutto 8 titoli a Wimbledon: come lui nessun altro.
Tutto ciò ha spinto i giornalisti a raccontare il fatto impiegando i soliti mirabolanti termini: leggenda, mito, irripetibile, divino e così via.
A ragione o a torto?
Tre anni fa il tennista elvetico sembrava destinato a un lento e glorioso declino: buoni piazzamenti nei più prestigiosi tornei, magari semifinali slam ma certo non più i successi del passato.
Poi, nel 2015, l’arrivo del nuovo coach: Ivan Ljubicic.
Con la sua guida Roger Federer ha lavorato duramente per recuperare piena efficienza fisica e migliorare ulteriormente i fondamentali.
Sì, i fondamentali.
Risposta al servizio, posizione in campo e rovescio sono apparsi migliori rispetto al passato, esaltati da una capacità di concentrazione che l’esperienza ha contribuito ad amplificare.
E così, in questa stagione Federer ha vinto gli Australian Open e Wimbledon: a Londra senza perdere un solo set.
Cosa c’è di divino in tutto ciò?
Nulla.
Tanto lavoro e desiderio di migliorarsi innestati su un talento non comune: nulla di più umano.
Cosa ne pensi?
Stiamo parlando di un numero uno in assoluto nel proprio sport, quindi lascia molto a pensare su quali siano state le motivazioni che hanno innescato la volontà di affidarsi al suo nuovo coach ( tra l’altro anche Ljubicic ha avuto negli ultimi anni della sua carriera degli ottimi risultati ).
Senza ombra di dubbio Federer senza arroganza e presunzione per i risultati già ottenuti ha fatto del lavoro, medodologia e disciplina nell’allenamento un suo punto di forza tanto da affidarsi ad un coach che lo potesse aiutare per raggiungere i suoi obiettivi.
Concludendo se Federer lavora con disciplina e umiltà noi tutti cosa dovremmo fare ?
Ciao Claudio,
il tuo ragionamento non fa una grinza e credo che nessuno di noi possa dubitare che il successo in quello che facciamo passa attraverso una condotta simile.
grazie del commento e a presto leggerti.
Arduino
Mi piace molto l’espressione (nulla di più umano).
Secondo il mio parere tutti noi potremmo raggiungere ottimi risultati, ma sviluppando prima un carattere che ci consenta di essere forti dentro e questo richiede molto impegno.
Il coach poi, quello giusto, può amplificare le potenzialità dell’atleta, vedi anche la carriera di Federica Pellegrini, ma solo se c’è una stabilità mentale di principio allora poi si potrà guardare in alto.
Ciao Stefano, piacere di rileggerti.
Certo, la testa è importante: almeno quanto i muscoli.
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Buona serata,
Arduino
Ciao Arduino,
non ancora, ma è sicuramente nella mia lista di acquisto del prossimo mese.
Grazie e buona giornata anche a te.
Stefano