Il film nasce dal romanzo Kramer vs. Kramer, di Avery Corman, che da anche il titolo al film originale; questo è il film che battezza la luminosa carriera di Dustin Hoffman: per lui subito l’Oscar come miglior attore protagonista, in un film che di premi ha fatto incetta.
La pellicola narra la storia di una coppia, nella quale dopo otto anni la moglie decide di divorziare: la vita dei tre è sconvolta e la storia si dipana nel corso dei diciotto mesi successivi, con le vicende che i protagonisti si trovano ad affrontare.
Ted Kramer è un professionista che lavora come account in una prestigiosa agenzia pubblicitaria; è un uomo che dedica moltissimo tempo al lavoro e alla carriera, che hanno per lui priorità sulla famiglia.
Da tempo Ted investe tempo e risorse per acquisire il budget pubblicitario di una importante società e un bel giorno raggiunge l’obiettivo: il pesce grosso è caduto nella rete e per lui si aprono opportunità interessanti, che richiederanno energie superiori e tempo che sarà sottratto alla famiglia.
Ma quando l’uomo torna a casa, felice di condividere la splendida notizia, la moglie Joanna gli comunica l’intenzione di lasciarlo; la donna ha in passato rinunciato al suo lavoro e sacrificato alla famiglia ogni aspirazione personale. Ora intende impegnarsi per recuperare il rapporto con se stessa e dimostrare di essere una persona di valore: per questo decide, non senza sofferenza, di lasciare temporaneamente al marito il compito di occuparsi di Billy, il loro bambino di 7 anni.
Per Ted la situazione è molto difficile: ha un lavoro impegnativo, un bambino da seguire, nuovi equilibri da costruire.
Come se la caverà? Cosa farà quando Joanna tornerà a riprendersi suo figlio?
Oltre non vado con la trama: guarda qualche scena del film, poi ti dirò quali sono gli aspetti ai quali suggerisco di fare attenzione.
Interessante osservare un modello in cui l’uomo è molto preso dal suo lavoro e la moglie ha deciso di abbandonare l’impiego per dare priorità alla gestione della famiglia; Ted lavora, lavora e poi lavora: tutto gli gira intorno e tutto è funzionale alla sua carriera.
Quando Joanna decide di lasciarlo per lui il mondo crolla: potrai osservare nel film le incertezze, gli errori, i tentativi di costruire con Billy un rapporto prima piuttosto precario.
Interessanti gli aspetti relativi al rapporto con il capo, il quale si disinteressa della vita personale di Ted, che considera asservito all’azienda e funzionale a perseguire le sue ambizioni: il legame fra i due è molto stretto, quasi amichevole, ma il capo non esisterà a liberarsi del collaboratore quando capirà che per questi la priorità è diventata la vita di Billy.
La vicenda della ricerca del nuovo lavoro, senza il quale Ted non potrebbe sperare di ottenere l’affidamento del figlio, aiuta a capire la differenza di atteggiamento fra il mercato del lavoro italiano e quello statunitense verso le persone che intendono ricollocarsi: mentre in Italia la persona disponibile ad accettare un lavoro con minori responsabilità e retribuzione è qualcuno che se ne andrà alla prima occasione utile, negli Stati Uniti rappresenta l’opportunità di avere a bordo una persona qualificata e in grado di contribuire al successo dell’impresa, anche se per un periodo limitato.
Interessanti gli interrogatori nell’aula di tribunale, quando i Kramer si fronteggiano per ottenere l’affidamento del bambino; gli attacchi, duri e spietati, capitalizzano su errori e debolezze, mettendo in evidenza la nuda umanità dei protagonisti.
Il film aiuta a riflettere sul valore degli affetti e invita alla ricerca di un equilibrio fra vita professionale e personale, mostrando quali possono essere le rinunce alle quali può arrivare una persona che non si sente valorizzata; e lascia uno spiraglio di ottimismo quando ci mostra che, anche quando il conflitto sembra irreparabile, le persone possono recuperare quella lucidità che consente loro di prendere le decisioni più equilibrate.
Da non perdere, anche se è improbabile che tu non lo abbia già visto.
Dustin Hoffman, Meryl Streep, Justin Henry, Jane Alexander, Howard Duff, George Coe, JoBeth Williams