Il film racconta la vera storia dell’indagine che la redazione d’inchiesta “Spotlight” (che da anche il titolo originale al film) del quotidiano “The Boston Globe”, ha condotto nel 2001 sui preti pedofili, e della copertura loro offerta da Bernard Francis Law, al tempo arcivescovo di Boston.
La vicenda si apre quando alla guida del quotidiano arriva Marty Baron, il nuovo direttore, il quale sollecita la redazione di Spotlight a occuparsi di notizie che affiorano con insistenza circa abusi sessuali che alcuni preti pedofili avrebbero compiuto ai danni di bambini; gli abusi sarebbero stati coperti dalle locali autorità religiose, primo fra tutti l’arcivescovo, con transazioni economiche spesso irrisorie e dietro la promessa che le “incresciose” situazioni non si sarebbero più ripetute.
Ma non serve molto tempo ai giornalisti di Spotlight per rendersi conto della vastità del fenomeno: i sacerdoti coinvolti sono decine e l’inchiesta sembra avere l’effetto di sciogliere la cortina di silenzio che la Chiesa, le autorità e i media avevano più o meno consapevolmente costruito nel tempo.
Giorno dopo giorno emerge una realtà orribile, nella quale i bambini oggetto di abusi sessuali sono centinaia e i preti pedofili trasferiti da una parrocchia all’altra per anni, senza mai essere denunciati e sempre lasciati liberi di proseguire nel loro comportamento criminale.
Interessante notare come i bambini oggetto di attenzioni sessuali siano prevalentemente provenienti da famiglie povere, nelle quali il padre è per qualche ragione assente, e che vivono una situazione di abbandono dalla quale l’attenzione del sacerdote finisce per farli assurgere a una dignità nuova.
Il film, che ha conquistato l’Oscar come miglior film e come migliore sceneggiatura originale, si concentra sull’indagine mostrandoci una redazione coesa e preparata nella quotidianità del lavoro, rifuggendo da facili spettacolarizzazioni: tutto, nel film, appare ordinariamente autentico.
L’indagine è valsa alla redazione del Globe il premio Pulitzer e non ti do altri dettagli: ora guarda alcune scene, poi ti dirò di più degli aspetti salienti del film.
Cominciamo subito con il notare come il nuovo direttore del Globe, Marty Baron, sappia inserirsi nel nuovo ruolo con tatto e al tempo stesso con decisione. Egli non è soddisfatto delle inchieste di Spotlight ma è consapevole della qualità della redazione; riesce allora a stimolare i giornalisti e a indirizzarne l’azione senza indugiare in feedback negativi che rischierebbero solo di creare malumori e frenare l’azione.
Interessante anche il comportamento di Baron alla conclusione del film, quando la vicenda della copertura dei preti pedofili dal parte di Law non presenta più margini di incertezza e la redazione di Spotlight si domanda: “Noi dov’eravamo? Come abbiamo fatto a non accorgerci di nulla?”.
Esemplare la reazione del direttore, che invita i collaboratori ad analizzare criticamente il proprio operano ma senza indugiare nella ricerca della colpa, perché l’errore è sempre in agguato e la cosa più importante è concentrarsi nel fare bene il proprio lavoro.
Altro aspetto notevole del film è la coltre di omertà che la città ha costruito a protezione di uno “status quo” al quale è disposta a sacrificare perfino i bambini, confidando che fossero sempre quelli degli altri a subire le “attenzioni” dei preti pedofili; esemplari le parole che il preside del liceo rivolge a Walter ‘Robby’ Robinson, il capo della redazione, quando lo invita a considerare che il nuovo direttore prima o poi lascerà la città, mentre lui avrebbe continuato a viverci.
Alla conclusione del film la domanda che mi sono fatto è la seguente: data la vastità del fenomeno, che potrai facilmente verificare in rete, è possibile pensare che ciò che è accaduto a tanti bambini avrebbe potuto toccare da vicino chiunque di noi?
Direi proprio di sì, e purtroppo la vicenda del Cardinale Law, promosso ad incarico prestigioso a Roma dopo aver dato le dimissioni, lascia intravvedere una reazione ancora timida da parte della Chiesa.
Troppo timida.
Un film che rivedrò presto.
Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery, Stanley Tucci, Brian d’Arcy James