Amos Oz è un saggista e romanziere israeliano; è anche giornalista e insegnante di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev. Influente intellettuale, egli sostiene dal 1967 la necessità di creare uno stato palestinese e uno israeliano come soluzione al conflitto che da oltre 50 anni rappresenta una minaccia per la pace non solo in medio oriente.
Senza la creazione di due stati, egli sostiene, non ci sarà mai pace: una posizione che non ha certo contribuito ad accrescere la sua popolarità fra i politici israeliani, specie quelli di orientamento conservatore.
Questo breve saggio nasce da tre lezioni che lo scrittore ha tenuto a Tubinga, in Germania, nel 2002; durante le tre lezioni (Passioni oscure – Come guarire un fanatico. L’oltranzista è un punto esclamativo ambulante – Israele e Palestina: fra diritto e diritto) egli spiega le caratteristiche del fanatismo e gli strumenti che possiamo impiegare per il suo superamento.
Mai cattedratico, Oz si rivolge al pubblico con semplicità e pragmatica chiarezza, senza tuttavia rinunciare al poetico racconto di episodi personali che arricchiscono la trattazione e danno sostegno alle sue tesi: egli parla della sua infanzia, dei suoi inizi di scrittore, della sua professione e del suo modo di interpretarla, dei suoi rapporti con colleghi arabi per arrivare poi a disquisire sulla natura del fanatismo.
Quest’ultimo non ha niente a che vedere con la razza o con la religione, poiché è nato molto prima dell’Islam, del Cristianesimo o del Giudaismo, e di qualunque ideologia: esso rappresenta piuttosto una forma di opposizione alla tolleranza, al pluralismo e al pragmatismo.
Il fanatismo è una componente che si genera nell’animo di quelle persone che non hanno più speranza e non vedono davanti a sé un futuro verosimile, e che le spinge a gesti definitivi, come la morte di chi è percepito come nemico anche a costo della propria vita.
Come gestire il fanatismo?
Prima di arrivare alla sua ricetta Oz ci guida attraverso interessanti e pragmatiche considerazioni, secondo le quali la propensione all’ascolto, l’autoironia, la convinzione che torto e ragione non siano da ricercare solo da una parte e che ciascuna delle parti è portatrice di istanze che giustificano la rivendicazione della terra nella quale vive.
Dopo averci fornito un sintetico ma non meno interessante spaccato delle culture israeliane e arabe, lo scrittore ci fornisce la sua ricetta per combattere il fanatismo, che può essere vinto esercitando un pragmatico compromesso e accettando una realtà che in nessun modo potrà essere cambiata con la forza.
Ascolta l’intervista ad Amos Oz sul tema.
Due gli aspetti circa i quali vorrei integrare la posizione di Amos Oz.
Prima di tutto il fanatismo non può essere considerato un gene del male, insito nella natura umana; è possibile creare le condizioni, attraverso l’educazione, la formazione e uno stato sociale capace di offrire opportunità di lavoro e di espressione, affinché le persone non vedano davanti a sé un futuro senza la speranza che la condizione che vive possa essere, nel tempo, superata.
Infine, come lo stesso scrittore dimostra nel libro, il pensiero critico può rappresentare un’arma straordinaria per aiutare il fanatico a comprendere l’assurdità della propria posizione.
Da leggere, senza dubbio.
INDICE
• Passioni oscure
• Come guarire un fanatico. L’oltranzista è un punto esclamativo ambulante
• Israele e Palestina: fra diritto e diritto