Un soldato americano muore nella base militare statunitense di Guantanamo, a Cuba, e due suoi commilitoni sono accusati di omicidio, ritenuti colpevoli di averlo ucciso nell’infliggergli una punizione esemplare.
A loro difesa viene costituito un collegio di avvocati guidato dal tenente Daniel Kaffee, il quale ben presto comprende che la morte del soldato William T. Santiago ha altri responsabili, primo fra tutti il colonnello Nathan R. Jessup, comandante della base.
La linea di difesa di Kaffee si basa su due punti: la non intenzionalità dell’assassinio e la volontà di eseguire, da parte dei due soldati, un cosiddetto “codice rosso”, un provvedimento disciplinare non ufficiale ordinato da un superiore per punire Santiago.
Quest’ultimo voleva lasciare Guantanamo perché, a causa della sua indole, era giudicato dai compagni troppo debole, vessato ed emarginato; per ottenere lo scopo Santiago intendeva voler fare il nome di uno dei due imputati come responsabile dell’esplosione di un colpo di fucile non giustificato in cambio del trasferimento dalla base.
Il film (A few good men il titolo originale) si dipana sul sentieri del dramma giudiziario e sale di ritmo e intensità man mano che diventano evidenti le responsabilità del colonnello Nathan R. Jessup.
Per quale ragione porto il film alla tua attenzione? Non per la trama, che comunque tiene ben sveglio lo spettatore, né per la recitazione dei protagonisti (con Tom Cruise affiancato da una evanescente Demi Moore, entrambi sovrastati dalla bravura di Jack Nicholson), ancor meno per l’Oscar conquistato.
Guarda prima qualche scena del film, poi ti dirò perché trovo questo film interessante.
Ti suggerisco di fare attenzione a due aspetti:
Buon divertimento!
Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore, Kevin Bacon, Kiefer Sutherland, Kevin Pollak, James Marshall.
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