Il film è ambientato in piena guerra fredda e liberamente tratto dal romanzo Red Alert (‘1958) di Peter George.
Solo un incipit per la trama, sulla quale non insisterò per non toglierti il gusto di vedere il film con tutti i piaceri che può riservarti.
Jack D. Ripper è un generale americano che fa parte dell’alto comando strategico dell’aereonautica. Il generale, del quale le vicende del film rivelano l’evidente la follia, trasmette allo stormo di 34 bombardieri strategici B-52, perennemente in volo grazie alla deterrenza nucleare imposta dalla guerra fredda, l’ordine di eseguire il piano “R”, ossia il piano di reazione all’attacco nucleare da parte dell’Unione Sovietica.
Gli uomini a bordo degli aerei accolgono l’ordine con scetticismo ma, dopo la conferma da parte della base, non hanno altra scelta che dirigersi verso i rispettivi obiettivi.
Ciò che gli uomini non sanno è che l’attacco dei sovietici, in realtà, non si è verificato e il colonnello Mandrake, un ufficiale inglese della Royal Air Force e coadiutore del generale Ripper, lo scopre e chiede al generale ragione dell’ordine dato ai bombardieri. Ma il folle Ripper si rifiuta di richiamare gli aerei, spiegando al colonnello che l’ordine è una sua iniziativa.
Nello stesso momento Il Pentagono e la Casa Bianca vengono informati della situazione e provvedono a mettere al corrente il presidente Muffley di quanto sta accadendo: il Comando strategico non può richiamare gli aerei perché l’esecutivo del Piano “R” prevede che tutte le trasmissioni debbano essere precedute da un codice di cui solo il generale Ripper è a conoscenza e questi, prima di dare il via al piano e di isolare la base, ha dato comunicazione che il piano stesso debba essere seguito dall’attacco con tutte le forze di cui gli Stati Uniti dispongono; questo per evitare la rappresaglia dei sovietici.
Qui mi fermo con la trama e, prima di discutere sui punti di osservazione del film, ti invito a guardare alcune scene.
Capolavoro di Kubrick, che riesce a raccontare in chiave di tragica commedia la fine dell’umanità e la possibile distruzione dell’intero pianeta, frutto della distruzione mutua assicurata che sfugge di mano e trasforma la deterrenza in tragedia.
La genialità del regista è proprio in questa nera comicità che rende l’idea della morte sopportabile, ancorché raggelante, e quindi per questo elaborabile.
Vediamo, a sostegno di quanto affermo, il colloquio fra il presidente Muffley e il suo interlocutore russo quando è ormai evidente che la situazione è finita fuori controllo e che non sarà possibile evitare la catastrofe.
“Dispiace anche a me, Dimitri. Mi dispiace molto. Va bene, dispiace più a te che a me, però dispiace anche a me. A me dispiace quanto a te, Dimitri. Non dire che a te dispiace più che a me, perché io ho il diritto di essere dispiaciuto quanto lo sei tu, né più né meno. Ci dispiace ugualmente, va bene? D’accordo. “
Imperdibile l’interpretazione di Peter Sellers, che nello stesso film interpreta il ruolo del presidente, del colonnello Mandrake e del dottor Stranamore con ineguagliabili bravura e versatilità.
C’è altro? Certamente!
Il film rappresenta una miniera di esempi per quanti vogliano familiarizzare con i concetti cari alla teoria dei giochi (deterrenza, minaccia, mutua distruzione assicurata, credibilità, ecc.).
Inoltre, a proposito di leadership è possibile osservare l’atteggiamento proprio di molti uomini di potere che, di fronte alla morte di un numero addirittura impronunciabile di persone, riesce a continuare a pensare in termini di supremazia e di vantaggi personali.
Peter Sellers, Sterling Hayden, Keenan Wynn, Slim Pickens, Peter Bull, James Earl Jones, Shane Rimmer, Glenn Beck, Laurence Herder, Roy Stephens