È il 1947 e siamo nel Maine, stato degli USA.
Andy Dufresne, brillante vice president di una banca di Portland, è accusato di aver ucciso sua moglie e un campione di golf, che con la donna aveva una relazione: Andy si dice innocente ma il giudice lo condanna a due ergastoli.
L’uomo viene condotto nel carcere di Shawshank, un penitenziario diretto da un uomo corrotto e da guardie a lui strettamente legate da interessi e paura; la legge che vige è quella della violenza ai danni dei detenuti, una violenza capace di arrivare anche all’omicidio gratuito (e impunito).
Inizialmente Andy rimane in disparte, subisce aggressioni anche di natura sessuale, si difende come può da un ambiente che percepisce come ostile. Poi, gradualmente egli comincia a ritagliarsi un ruolo: stringe amicizia con Ellis Boyd Redding (Red), aiuta il capo delle guardie a risolvere una situazione personale di natura fiscale, riesce ad ottenere piccoli benefici anche a vantaggio di altri detenuti.
Ben presto Andy si pone all’attenzione generale per la sua generosità e per il superiore livello culturale; a rendersene conto è lo stesso Norton, il direttore del carcere, che decide di mettere le competenze finanziarie di Andy a servizio delle sue attività illegali.
Come al solito mi fermo qui con la trama per non toglierti il gusto di vedere il film senza conoscerne preventivamente la storia; ti invito, prima di segnalarti gli aspetti a mio avviso rilevanti, a guardare alcune scene.
Il titolo originale è The Shawshank Redemption ed è tratto dal racconto originale di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, il carcere nel quale è ambientato.
Si tratta di una pellicola molto apprezzata dalla critica e dal pubblico che offre innumerevoli spunti di riflessione e la possibilità di osservare situazioni estremamente istruttive.
Vediamone alcune:
Ne hai abbastanza? Bene!
Sono sicuro che vedrai il film più di una volta…
Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler, James Whitmore, Clancy Brown, Gil Bellows, Tommy Williams, …
…..Ma alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia, questa è la verità. Sono nati liberi e liberi devono essere. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia perché sai che nessuno avrebbe dovuto rinchiuderli. Anche se il posto in cui vivi diventa all’improvviso grigio e vuoto senza di loro……