Un film che trasuda resilienza da ogni fotogramma

Regia di Franklin J. Schaffner - 1973 - Francia, USA - 148 min

Papillon

9 Gennaio 2016 | di Arduino Mancini Conflitto e Negoziato - Motivazione - Resilienza - Stratagemmi

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Henri Charrière. Il protagonista è un giovane 25enne francese, detto Papillon per la farfalla che si è fatto tatuare sul petto, condannato nel 1931 all’ergastolo per un omicidio che non ha commesso.

Charrière deve scontare la sua pena ai lavori forzati nella colonia penale della Guyana francese, al tempo una delle peggiori prigioni al mondo, ma non si rassegna alla prigionia: tutte le sue azioni, nei 13 anni di detenzione, avranno come unico scopo la ricerca di una libertà che gli è stata ingiustamente sottratta.

Saranno 9 i suoi tentativi di fuga, che gli costeranno diversi anni di isolamento.

Elemento centrale del film è centrale l’amicizia di Papillon con Louis Dega, un falsario che tenta in ogni modo di uscire di prigione con mezzi opposti a quelli del protagonista: grazie al denaro di cui può disporre, Dega cerca di ottenere con l’aiuto della moglie e di un avvocato una revisione del processo che non arriverà mai.

Sarà proprio dall’isola del Diavolo, la più piccola fra le isole du Salut e situata al largo della costa della Guyana Francese, che Papillon riuscirà a fuggire per mezzo di un sacco di noci di cocco a fungere da zattera.

Ora guarda qualche scena: poi faremo qualche riflessione ulteriore.

Come guardare il film

« Maledetti bastardi… sono ancora vivo! »

Queste le parole di Papillon quando finalmente si allontana dall’Isola del Diavolo per raggiungere, su una improvvisatissima zattera, le coste del Venezuela; sono parole che sintetizzano la sua voglia di vivere e di resistere ai maltrattamenti, alle umiliazioni e a tutte le controversie che lo separano dalla libertà.

Ecco, se dovessi sintetizzare il significato del film direi che rappresenta un esempio estremo di resilienza umana: resistere, resistere disperatamente per raggiungere il proprio scopo.

Ma non è tutto qui.

La storia ci pone di fronte a due personaggi che concepiscono la vita, e cercano la libertà, in modo molto diverso:

  • Louis Dega, il falsario, fa di tutto per adattarsi all’ambiente, per soffrire il meno possibile e mettere al sicuro la propria esistenza: scopo che riesce a raggiungere con una certa disinvoltura conquistando posizioni in cui riesce a procurarsi vantaggi per sé e per le persone che gli sono amiche. Il suo tentativo per riacquistare la libertà passa attraverso l’aiuto della moglie e un’azione legale finalizzata a ottenere la revisione del processo: una strada direi “istituzionale”, che probabilmente finirà per garantirgli una lunga esistenza;
  • Papillon non attribuisce alcun valore a una vita in carcere e l’unico tipo di integrazione con l’ambiente che gli interessa è quello che gli permetterà di progettare il prossimo tentativo di fuga. Come testimonia il suo silenzio sulle persone che lo aiutano nei tentativi di evasione, non lo spaventano gli anni di isolamento che seguono ogni tentativo: evidentemente il lavoro forzato e l’isolamento non sono, per lui, troppo diversi.

Un film che raccomando a quanti vivono situazioni di difficoltà e credono che non ce la faranno mai.

Tu a quale dei due personaggi ti senti più affine?

Il cast

Steve McQueen, Dustin Hoffman, Victor Jory, Don Gordon, Anthony Zerbe, Robert Deman, Woodrow Parfrey

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Commenti
Tiziana 12 Gennaio 2016 0:00

bella domanda Arduino….mi viene da dire Papillon sempre e forever!…ma sempre più spesso mi sento un aliena, il mio modo di concepire il rispetto e la civiltà in una società come quella in cui vivo mi porta ad essere “diversa” ed ogni giorno percepisco sempre più forte questa diversità sopratutto quando mi sento dire (molto spesso) ma non lo sai come gira il mondo? scusa ma tu dove vivi?…è in questi casi che vorrei tanto essere Louis Vega….ne approfitto per fare a te (ti seguo sempre con interesse da dietro le quinte) e agli affezionati di tibicon i miei auguri di un buon anno…Tiziana

AM 14 Gennaio 2016 0:00

Grazie Tiziana,
ricambio gli auguri, con la sensazione di farli a un’amica di lunga data.
L’ultima cosa da fare è quella di farsi tirare a fondo dai professionisti del “tutto nero”.
Hai letto questo libro? https://www.tibicon.net/libri/imparare-lottimismo
A presto leggerti,
Arduino

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