Veronica Guerin è una eclettica donna irlandese che, dopo aver studiato contabilità, lavora prima nell’azienda del padre, poi fonda una società di pubbliche relazioni; infine, dopo 7 anni, torna a lavorare come segretaria in azienda.
Nella sua vita non manca l’impegno politico, poiché Nel 1987 diventa agente elettorale e tesoriere di partito nella costituente parlamentare di Dublino Nord.
La svolta avviene nel 1990, quando a 32 anni comincia a lavorare come giornalista del Sunday Independent, un piccolo quotidiano focalizzato sui fatti di cronaca di Dublino.
Ben presto Veronica si rende conto della capillare diffusione del consumo di droga di ogni tipo e, forse anche come moglie e madre, decide di avviare un’inchiesta per denunciare il fenomeno attraverso i suoi articoli e facilitare il corso della giustizia.
La giornalista intervista i giovanissimi consumatori, entra in contatto con gli spacciatori e si addentra sempre più nel mondo della criminalità organizzata.
Si rende ben presto conto che far emergere il traffico non è semplice, poiché il narco-business gode di protezione a livelli molto alti; basti dire che al tempo dei fatti in Irlanda i beni acquistati con denaro proveniente da attività criminali non possono essere sequestrati dallo Stato.
A questo punto dovrei fermarmi, senza rivelare altro della trama; ma questa volta intendo fare un’eccezione e raccontarti le linee generali della storia, perché sono certo che questa ti convincerà a guardare il film.
L’azione della giornalista scuote alle fondamenta l’organizzazione, che arriva a minacciare la sua vita e quella della sua famiglia, e a compiere rappresaglie; il 26 giugno del 1996 è alla guida della sua Opel Calibra alla periferia di Dublino quando, ferma a un semaforo, viene affiancata da una moto con a bordo due sicari che la uccidono con sei colpi di pistola: a commettere l’assassinio sono uomini della banda di spacciatori guidata da John Gilligan, il criminale con il quale la giornalista aveva ingaggiato una vera e propria battaglia.
La morte di Veronica Guerin scatena una reazione emotiva imprevista dalle organizzazioni criminali; sotto la spinta dell’opinione pubblica, dopo solo una settimana viene cambiata la costituzione e promulgata una legge che consente allo Stato di confiscare i beni acquistati con denaro proveniente da attività illegali.
Inoltre, viene istituito il Criminal Assets Bureau, organismo dedicato alla lotta al crimine organizzato, che fra gli altri, assicurerà alla giustizia gli assassini della giornalista: l’inchiesta porterà a oltre 150 arresti e sequestri di armi e droga, con una discesa del 15% del tasso di criminalità in un solo anno.
Ora guarda alcune scene del film, poi di dirò quali sono a mio avviso gli aspetti ai quali prestare attenzione.
Il coraggio rappresenta il tema dominante: il coraggio di una donna che non esista a mettere a repentaglio la propria vita, e in fondo anche quella delle persone che le sono care, pur di raggiungere lo scopo di ripulire la città dalla droga.
Un coraggio reso vivido dalla (come al solito) superlativa interpretazione di Cate Blanchett, che ha addirittura vissuto alcuni mesi nella casa materna per entrare nel personaggio.
Puoi trovare nel film alcuni tratti caratteristici delle organizzazioni criminali:
Per concludere, la cosa che stupisce in Veronica è una determinazione testarda, un’assenza di cautela pressoché totale, che sfida sistematicamente i suoi avversari; un’ostinata voglia di abbattere gli ostacoli, con qualunque mezzo, qui e ora, che mi spinge a domandarmi: se fosse stata più prudente, se avesse avuto un po’ di pazienza, se avesse fatto qualche tentativo in più per tessere alleanze, sarebbe riuscita a ottenere lo stesso risultato salvando la vita?
Non lo so, probabilmente no, ma voglio chiudere questa scheda con le parole di Bertold Brecht, il quale nella Vita di Galileo, fa dire allo scienziato «Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi».
Cate Blanchett, Gerard McSorley, Ciarán Hinds, Brenda Fricker, Don Wycherley, Barry Burns.