Adriano è stato forse il più grande leader della storia.
Durante il suo impero, Roma ha conosciuto un periodo di espansione e di pace relativa con i popoli confinanti, riformando lo stato e i modelli amministrativi delle province.
Marguerite Yourcenar, prima donna ad essere ammessa all’Académie française, ci presenta dell’imperatore un ritratto affascinante, riflesso nelle pagine di un diario ricostruito attraverso la lettura di innumerevoli documenti; pagine sostanziate da una raffinata introspezione psicologica.
Riflettendo sulla la propria vita di uomo e di politico, Adriano sa che l’impero di Roma finirà un giorno per tramontare, consapevole del fatto che nulla dura in eterno; e tuttavia il suo senso di responsabilità e l’eredità culturale che gli proviene dalla Grecia antica lo sprona a pensare e servire sino alla fine.
Adriano è un personaggio che porta con sé le contraddizioni degli uomini di ogni epoca, cercando una sintesi fra felicità e pragmatismo, fra la comprensione profonda del presente e impellenza del cambiamento: ne emerge la figura di un uomo capace di vivere al contempo la gloria, il potere e il sentimento intenso della loro caducità.
Un libro che trasuda sapere da ogni pagina: osservato dalla prospettiva della leadership, a mio parere il più interessante libro non “tecnico” che abbia letto sul tema.
I “Taccuini di appunti” dell’Autrice (annotazioni di studio, lampi autobiografici, ricordi, vicissitudini della scrittura) aiutano a comprendere la gestazione e la realizzazione di un’opera che fu pensata, composta, smarrita e rivista per quasi un trentennio.
Interessante la nota della traduttrice, Lidia Storoni Mazzolani, che ci racconta la storia di un’amicizia nata lavorando alla versione italiana; arricchita dalla cronologia della vita, delle opere e dalla bibliografia essenziale.
Qui puoi trovare l’intervista di Giovanni Minoli (Mixer il programma) a Marguerite Yourcenar nel 1987, poco prima della sua morte.
Confesso che ciò che mi ha colpito di più nel libro è l’introspezione psicologica, la capacità dell’Autrice di entrare nella complessa personalità di un uomo, e non un uomo qualunque, e restituircene un’immagine plausibile.
Consiglio la lettura a chiunque, uomo o donna, sia interessato a scoprire nel potere, dopo quella dell’onore, la dimensione dell’onere del servire: