Capire azioni collegate a intenzioni in un contesto, e prevederne l’esito, è qualcosa che facciamo di continuo, nelle tante situazioni cui ci capita di assistere ogni giorno.
Un esempio?
Andrea osserva Lucia mentre avvicina la mano al telefonino, appoggiato sul tavolo, che ha suonato. Andrea sa esattamente che cosa succederà: Lucia premerà il tasto di risposta e porterà il telefono all’orecchio per dare inizio a una conversazione.
Ma come fa Andrea a sapere che Lucia parlerà al telefonino? Non potrebbe invece spostarlo o buttarlo via?
L’esempio mostra una situazione assolutamente ordinaria, nella quale le cose accadono in modo assolutamente naturale e spontaneo
Eppure comportamenti come questi sono alla base della capacità delle persone di cogliere informazioni utili nelle azioni degli altri; se non fossimo in grado di capire il senso e le conseguenze delle azioni di chi ci circonda ci mancherebbe una parte di conoscenza essenziale per orientarci, scansare pericoli e cogliere al volo opportunità: in sostanza, per sopravvivere in una società estremamente complessa.
Ma che cosa avviene nella nostra testa quando comprendiamo gli atti altrui?
Su questa domanda si sono arrovellati per secoli psicologi, filosofi, neuroscienziati, sociologi e antropologi. Mancava però una spiegazione biologica di questo fenomeno, perché le tecniche di esplorazione del cervello sono state per lungo tempo assai limitate.
Fino alla prima metà del Novecento non esistevano infatti strumenti che permettessero di studiare l’attività individuale dei circa cento miliardi di neuroni – le cellule che sono le unità di base della materia grigia – e di capire a quali stimoli risponde ciascuno di essi; né era impresa facile trovare una logica nei segnali che queste cellule si scambiano in continuazione.
Data la sua enorme complessità, il cervello è ancora oggi l’organo più difficile da esplorare e da comprendere in tutte le sue innumerevoli funzioni. Malgrado questi limiti la biologia e la medicina hanno fatto grandi progressi conoscitivi e tecnologici, tanto che oggi sappiamo come funzionano i neuroni, come comunicano fra loro e come controllano le funzioni del nostro corpo, inoltre incominciamo a disporre di ipotesi abbastanza convincenti sui meccanismi alla base di alcune funzioni cerebrali superiori, come per esempio la percezione, l’attenzione, la memoria.
Per una di queste funzioni, riconoscere le azioni degli altri e capirne il senso, si è trovata di recente una spiegazione legata all’attività delle cellule nervose chiamate neuroni specchio: questo libro racconta che cosa sono e cosa significano.
INDICE
Introduzione
l. Neuroni e circuiti 7
A caccia di impulsi elettrici
Quale stimolo per quale neurone?
2. Il repertorio delle azioni
Il cervello impara per prove ed errori
3. La scoperta dei neuroni specchio
Tradurre la visione in azione
4. Guardare ne! cervello dell’uomo
La tomografia a emissione di positroni
La risonanza magnetica funzionale
Il cervello umano possiede meccanismi specchio?
Non solo mani
Specchi senza oggetti
5. II «che cosa» e il «perché» di un’azione
So quello che faccio, capisco quello che fai
Capisco quello che fai ma non so cosa provi
Gli esperimenti con gli animali
6. Sento il tuo disgusto, mi immedesimo nel tuo dolore
Pubblicità, che emozione!
7. Lo specchio rotto del mondo
Leggere nella mente degli altri
La mappa delle emozioni
8. Scimmiottando s’impara?
Quando copiare è automatico
Voler copiare
Quando copiare è facile
Quando copiare è difficile
9. Comunicazione e linguaggi
Dai versi degli animali al linguaggio parlato?
Dai gesti al linguaggio parlato?
Riconoscere le parole
10. Conclusioni
Che cosa abbiamo scoperto
Che cosa ci potrebbe riservare il futuro
Bibliografia
Indice analitico