Di questo libro riporto per intero la quarta di copertina, che ho trovato stupenda.
Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare diritti incontro al cielo e raggiungere le stelle.
Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio tra il cuore e lo spirito.
Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine.
«Fa attenzione», mi disse un giorno un vecchio indio della foresta verdine dell’Amazzonia, mentre stavo toccando un cavo d’acciaio che sopportava una tensione estrema, «non far male al cavo, la sua anima è tenera».
Un cavo canta, traspira, erutta e, prima di spezzarsi, geme soffrendo; se lo si tocca si può udirne il pianto. E quando si spezza esala del fumo, i trefoli incandescenti si arroventano di collera.
So di cosa sto parlando, ho issato una nave su una montagna; so che in questo libro è tutto vero.
Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sul sobrio e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l’immobilità d’un altro mondo, sulla caduta e la morte.
Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta.
Ti rendo omaggio, Philippe, Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria.
Come Fitzcarraldo, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile.
E m’inchino con rispetto profondo.
Di seguito alcune immagini dell’autore nelle sue imprese.